La Tesla ha ufficialmente avviato le catene di assemblaggio dell’attesa fabbrica di Grünheide, alle porte di Berlino. Dopo quasi due anni di lavori, non poche proteste e numerose controversie legali e burocratiche, la Casa statunitense è dunque riuscita ad aprire i cancelli della sua prima fabbrica europea, con una cerimonia che ha visto la presenza non solo dell’amministratore delegato Elon Musk, ma anche dei maggiori esponenti della politica nazionale e locale, a partire dal cancelliere Olaf Scholz.

Consegnate 30 Model Y. L’inaugurazione è coincisa con la consegna di 30 esemplari delle prime Model Y Performance prodotte in una fabbrica che, a detta di esperti e analisti, alza l’asticella della sfida lanciata dalla stessa Tesla ai grandi costruttori tradizionali e ancor di più alle Case tedesche: la fabbrica di Grünheide dista meno di 250 chilometri da Wolfsburg, sede storica della Volkswagen, e circa 650 chilometri da Stoccarda e Monaco di Baviera, le città della Mercedes e della BMW. Inoltre, l’impiantro dovrà consentire all’azienda di superare le attuali difficoltà logistiche legate al trasporto dei veicoli da Usa e Cina, di accorciare i tempi di consegna e di fornire una spinta alle vendite sui mercati europei. In poche parole, di rendere più efficiente ed efficace le attività produttive e commerciali.

“Grande giorno”. Ne è consapevole innanzitutto Musk, che ha parlato di un “un grande giorno per la fabbrica” e di “un altro passo avanti verso un futuro sostenibile”. D’altro canto, l’inaugurazione della fabbrica sancisce l’avvio di una nuova fase nella storia della Tesla. Pochi giorni fa, lo stesso Musk ha rivelato i preparativi per il “Master Plan Part.3”, ossia la fase in cui l’azienda dovrà accrescere le sue dimensioni fino a “un livello estremo”. Il significato delle parole dell’imprenditore è per ora ignoto, ma non è un mistero l’obiettivo di lungo termine della Casa californiana: raggiungere entro il 2030 una capacità produttiva annuale di circa 20 milioni di veicoli, il doppio rispetto agli attuali volumi di colossi del calibro di Volkswagen o Toyota. Ovviamente, la scelta della Germania da parte della Tesla assume dei contorni ben precisi come ammesso da tutti i politici presenti all’inaugurazione. Scholz ha elogiato la fabbrica come un segno di progresso e un simbolo del futuro dell’industria automobilistica. “L’elettromobilità plamserà la mobilità del futuro”, ha aggiunto il cancelliere, sottolineando che il progetto dimostra quanto “la Germania possa essere veloce” nella transizione elettrica. Non sono, comunque, mancate nuove proteste. L’associazione dei cittadini di Grünheide, da sempre contraria all’insediamento della Tesla, ha lanciato ancora una volta l’allarme su auto elettriche “tutt’altro che rispettose del clima” nella produzione, nell’uso e nello smaltimento, mentre un tronco della vicina autostrada A10 è stata chiusa per la presenza di alcuni manifestanti. 

I numeri dell’impianto. La “Gigafactory Berlin-Brandenburg”, annunciata nel novembre del 2019 e costruita a partire dalla primavera del 2020 grazie a un investimento di oltre 5 miliardi di euro, è la quinta fabbrica della Tesla e ovviamente la più avanzata e moderna. L’intero complesso produttivo occupa una superficie di 227 mila metri quadrati su un’area complessiva di 300 ettari e, quando tutte le unità saranno operative a pieno regime, impiegherà circa 12.000 dipendenti (3 mila già assunti e attivi) nella produzione di automobili, celle di batterie, batterie, motori elettrici, parti in plastica, sedili, assali e molto altro ancora. L’impianto avrà una capacità produttiva annuale di 500.000 Model Y e di 50 GWh di batterie.

FONTE: Quattroruote

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